venerdì 30 ottobre 2015

Mais a tavola

Lucia
Lucia portò a tavola il pane, un gatto infastidito e dodici caramelle dolci al burro e latte.
Armando cercò di aggiungere una scarpa e pochi lacci, ma cadde rovinando a terra.

Armando
Irene bevve un sorso di cioccolata calda dal suo bicchiere di vetro bollente e scottandosi le mani e la lingua lo lasciò precipitare sul pavimento.

Irene
Roberto abbaiava forte mentre i suoi tre amici preparavano la tavola per il pasto della sera e con le sue lunghe braccia bianche pettinava i morbidi capelli del camino acceso.

Roberto

Rudy leggeva il giornale della settimana scorsa sdraiato sullo scomodo divano poco distante dal centro della scena; Rudy non è giovane. Rudy tossì e starnutì bagnando di saliva e muco le pagine del quotidiano che presto scurirono in un tono di grigio. 

Rudy
Si formò sul giornale la sagoma di una pannocchia di mais che subito prese vita e raggiunse il tavolo della cena accomodandosi sull’unica sedia di legno e paglia rimasta.

Mais a tavola




mercoledì 14 ottobre 2015

B/N


Nuberiàlo


Nuberiàlo. 
Dista quattro km da Resina. 
Nuberiàlo è una città. I suoi palazzi non hanno finestre e nemmeno porte. 
A Nuberiàlo non c'è mai il vento. 
In questa città non esistono i rumori. Ogni cosa non emette suono.
Il silenzio è assordante.
I palazzi di Nuberiàlo sono vivi.
Tutto è vivo a Nuberiàlo. I marciapiedi profumano di copertone fuso, i pali sono freddi come il freddo e i numerosi semafori spenti hanno la gelatina al posto dei tre colori.