venerdì 31 marzo 2017

La scala mobile


Ettore decise di spostare la scala mobile e quando Ettore decide di fare qualcosa quel qualcosa lo fa molto bene.

Il centro commerciale Dondoliamo è situato nella via principale della città; al suo ingresso troviamo una porta in vetro altissima, alta quasi quanto una porta altissima. Superandola ci si imbatte in un turbolento formicaio di esseri umani, di gabbiani, di gnomi, di pezzi di cioccolata e pattini a rotelle che entrano ed escono senza una meta stabilita. Se alziamo gli occhi da terra verso il soffitto percorriamo con lo sguardo l'intera Grande Scala Mobile Nera che s'innalza fiera e maestosa al centro del piano terra; che maestria dell'ingegno! Eccellenza del mondo delle scale!
Tutti gli uccelli le volano intorno come fosse una torre magica; gli gnomi, ormai adattati alla vita di città, la scalano mattina e sera trasportando sacchi di caramelle e buste di taccuini rosa da rivendere ai negozi del piano superiore. I pezzi di cioccolata osservano la scala con occhi dolci per tutto il giorno e il loro profumo crea delle fantastiche nuvole viola che circondano la vetta come un vero spettacolo per i visitatori mentre i pattini a rotelle scivolano e scorrono senza riposo per il centro commerciale. Ah sì, dimenticavo! Poi ci sono gli esseri umani, gente stramba e sbadata. Entrano ed escono, escono e rientrano, e ancora escono senza entrare ed entrano senza sapere. Come dicevo... gente sghemba.



Ettore è un tombino. Come chi è Ettore? Ettore decise di spostare la scala mobile!
Bene!
Ettore è un tombino. Vive proprio sotto il primo gradino. Ogni giorno la sua schiena tenace sopporta il peso di tanti piedi che salgono e scendono; è avvezzo al profumo della cioccolata e tutta la sua casa sottostante ne è satura. Mentre lavora ama inventare melodie che canta da sottofondo al garrire dei gabbiani. Il mestiere di tombino è un qualcosa di molto faticoso, ma Ettore lo fa con grande passione.



Un venerdì.
Era quasi l'ora del pranzo e gli gnomi stavano per andare in pausa. La Grande Scala Mobile era come sempre al centro della situazione quando ad un tratto...
... EEtCiùù! EEE..EEETCIÚ! EEETCIÚÚ!
Tre starnuti potenti fecero sobbalzare assai il primo gradino e come per un effetto domino saltarono tutti gli scalini a seguire. Le pareti della scala, non avendo più salde le fondamenta, oscillarono verso l'esterno (inclinandosi quasi a sfiorare i passanti) per poi tornare tutte sudate e sbalordite al loro posto.
Mai un episodio così era capitato al Dondoliamo. Mai nella sua vita un raffreddore così forte ammalò il nostro Ettore!
I gabbiani persero l'orientamento, gli gnomi caddero e rotolarono giù spargendo tutte le caramelle in giro e buttando all'aria un sacco di foglietti rosa mentre i pezzi di cioccolata intanto si scioglievano per lo spavento creando una moltitudine di incidenti fra i pattini a rotelle. Che disastro!



Ettore allora si scostò da sotto la Grande Scala Mobile Nera e terminò la forte scarica di starnuti, poi si tolse la maglietta e con la forza di cento tombini e sette lucchetti spinse forte quella altissima gradinata fino a spostarla.
- Ecco!, disse il raffreddato. - Così non avrete più problemi, aggiunse.

Il mattino dopo Dondoliamo riaprì al pubblico come se nulla fosse successo, ma qualcosa era effettivamente cambiato: la Grande Scala Mobile ora si trovava decentrata. Il suo posto d'origine era novanta centimetri più a destra e l'ingresso del super magazzino perse tutto il suo fascino e l'intero ambiente la sua armonia.



Nessuno vide ancora gli gnomi, nessuno vide più i gabbiani; nessuno sentì da allora quel profumo di cioccolata e nessuno scorse nuovamente i pattini a rotelle schizzare di qua e di là. Soltanto gli esseri umani continuarono a frequentare quel posto entrando e uscendo, uscendo e rientrando, e ancora uscendo senza entrare ed entrando senza sapere e neppure vedere.




venerdì 3 marzo 2017

Il Regno


Il castello della principessa è in fiamme.



Rosa, questo è il suo nome, ha deciso di scappare con Carla, una coccinella.
Le scarpe di cristallo scendono veloci la scala d'oro e le porte si muovono e sbattono al vento.
Piove sul regno incantato.
Gli animali della fattoria piangono l'arrivo di un coro di fulmini e saette; la principessa Rosa è al sicuro dentro ad un albero di pietra.

Ogni foglia del bosco vicino chiede preoccupata notizie della coccinella in fuga. Le radici nodose e antiche delle piante blu cominciano a tessere barriere importanti per fermare l'incendio.



La coccinella Carla, vestita di sole gocce di cioccolata, tiene stretta la mano della principessa che corre al tramonto disegnando di nero il suo passaggio con la folta chioma profumata.
- Al fuoco!
- Al fuoco! Gridano le sentinelle formiche sulle torri rosse.
- Si salvi chi può! Urlano le donne orche dalle pozze di fango non lontane dalle mura.

Un esercito di sedie viola s'impone valoroso ai confini del fuoco e i telefoni portatili di ogni sasso cominciano a chiamare aiuto.
Il calore sprigionato all'interno del castello sbriciola tutti gli armadi delle simpatiche farfalle e ogni cubo di ghiaccio contenuto nei grandi cassetti si trasforma in acqua dolce.

Ormai distanti la principessa e la coccinella si fermano a riprendere fiato su un'altalena all'interno di un pozzo abbandonato.
Dopo due giorni l'incendio lascia alte nubi scure su tutta la valle. Il sole è triste. Il regno è scomparso.



Una vecchia strega dalle trecce bionde osserva il futuro nella sua sfera di titanio e vede Carla e Rosa intente a scavare il terreno con due pale robuste.



Vede i sassi innalzare strepitose mura, vede gli alberi del bosco costruire ponti e pilastri. Vede tutte le formiche sentinelle modellare deliziose torri di sabbia e nel freddo della notte vede ghiacciarsi la pioggia intenta a formare sottili vetri alle nuove finestre.



Passano i tempi e il castello prende forma, respira, si eleva, rinasce.
Gli occhi di Rosa, dall'alto del Regno, finalmente aperti verso l'orizzonte si distraggono con l'infinito.